Tumore al testicolo

I carcinomi dei testicoli costituiscono circa l’1-1.5% di tutte le neoplasie maschili e il 5% dei tumori urologici in generale. Nella popolazione occidentale si osservano annualmente circa 3-6 nuovi casi ogni 100.000 maschi.

I dati del Registro dei Tumori Italiano mostrano una maggiore incidenza nel Nord Italia rispetto al Sud Italia.Nonostante sia relativamente raro, il cancro ai testicoli è il tumore maligno più comune negli uomini tra i 15 e i 40 anni. L’incidenza massima si verifica tra i 15 e i 40 anni e dopo i 60 anni. I tumori non seminomatosi raggiungono il picco di incidenza nella terza decade di vita, mentre i seminomi puri lo raggiungono nella quarta. Escludendo i casi secondari, l’incidenza dei tumori testicolari primitivi bilaterali è di circa l’1-2% di tutti i casi di neoplasie germinali.

Tumore ai testicoli come riconoscerlo

I sintomi dell’angioma testicolare possono variare da persona a persona, ma alcuni segni comuni da tenere d’occhio per riconoscerlo:

  1. Dolore o disagio: Un dolore sordo o un senso di pesantezza nel testicolo o nello scroto può essere un sintomo iniziale. In alcuni casi, il dolore può essere improvviso e acuto.
  2. Gonfiore o nodulo: Se noti un nodulo o un’area di gonfiore sul testicolo o nello scroto, potrebbe essere un segno di tumore. Il nodulo può essere piccolo o grande e può variare nella consistenza.
  3. Variazioni delle dimensioni o della consistenza: Se noti un cambiamento nella dimensione o nella consistenza di uno o entrambi i testicoli, come ingrandimento o indurimento, potrebbe essere un segno di tumore
  4. Dolore lombare: In alcuni casi, il tumore ai testicoli può causare dolore lombare. Questo può essere il risultato di metastasi o diffusione del tumore ad altre parti del corpo.
  5. Ginecomastia: In alcuni rari casi, il tumore ai testicoli può causare lo sviluppo di tessuto mammario anormale, noto come ginecomastia, a causa delle alterazioni ormonali.

È importante sottolineare che questi sintomi possono essere causati da altre condizioni non cancerose. Tuttavia, se noti uno o più di questi segni, è consigliabile consultare un medico specialista per una valutazione completa e una diagnosi accurata.

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Quali sono le cause della neoplasia testicolare?

Le cause esatte di questi tumori non sono note, ma sono stati identificati alcuni fattori di rischio che possono influenzare l’insorgenza e l’incidenza. Ecco alcuni dei principali fattori di rischio associati al tumore al testicolo:

  1. Anomalie congenite: Alcune condizioni congenite, come il criptorchidismo (testicoli non scesi nello scroto), aumentano il rischio di sviluppare un tumore ai testicoli.
  2. Storia familiare: Avere parenti di primo grado (padre, fratello) affetti da tumore ai testicoli aumenta il rischio di svilupparlo. Tuttavia, la maggior parte dei casi di tumore ai testicoli non è ereditaria.
  3. Età: Il tumore ai testicoli è più comune negli uomini giovani, tra i 15 ei 40 anni, anche se può verificarsi in qualsiasi età.
  4. Razza: I ragazzi e gli uomini bianchi hanno un rischio leggermente maggiore rispetto a quelli di altre razze o etnie.
  5. Tumore al testicolo precedente: Chi ha già avuto un tumore ai testicoli ha un rischio più elevato di svilupparne un altro nel testicolo controlaterale.
  6. Disordini congeniti: Alcune condizioni mediche, come la sindrome di Klinefelter e la displasia testicolare, possono aumentare il rischio di tumore ai testicoli.
  7. Esposizione agli estrogeni: L’esposizione prolungata agli estrogeni, che può verificarsi ad esempio a causa di terapia ormonale o uso di anabolizzanti, può aumentare il rischio di tumore ai testicoli.

È importante sottolineare che molti uomini con tumore ai testicoli non presentano nessun fattore di rischio noto. Allo stesso tempo, avere uno o più fattori di rischio non significa necessariamente sviluppare la malattia. La prevenzione e la diagnosi precoce rimangono fondamentali per affrontare il tumore ai testicoli in modo efficace.

primo piano del Dr Nicola Laruccia

Dott. Nicola Laruccia

Medico chirurgo specializzato nel trattamento del tumore al testicolo

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Tipologie di cancro testicolare

I carcinomi testicolari comprendono una vasta gamma di tipi di tumori. Circa il 95% di essi ha origine dall’epitelio germinativo dei tubuli seminiferi. Le restanti neoplasie (5%) che possono svilupparsi nel testicolo sono chiamate tumori dello stroma o dei cordoni sessuali. Questi possono derivare dalle cellule specializzate dello stroma come le cellule di Leydig o dalle cellule dei cordoni sessuali come le cellule di Sertoli. Inoltre, fanno parte di questo gruppo di tumori le forme rare che originano dallo stroma connettivo vascolare come gli angiomi, i lipomi, i leiomiomi e i sarcomi. La localizzazione testicolare di un linfoma extranodale è rara.

Ecco la classificazione istologica dei tumori testicolari raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:

1. Carcinomi a Cellule Germinali

  • Neoplasia Intratubulare a cellule germinali
  • Seminoma (compresa la variante a cellule sinciziotrofoblastiche)
  • Seminoma Spermatocitico
  • Carcinoma Embrionale
  • Tumore del Sacco Vitellino
  • Coriocarcinoma
  • Teratoma (maturo, immaturo, con componenti maligne)
  • Tumori misti con più di un tipo istologico (specificare la percentuale delle componenti individuali)

2. Carcinomi dello Stroma e dei Cordoni Sessuali

  • Tumori a cellule di Leydig
  • Tumori a cellule di Sertoli
  • Tumori della Granulosa
  • Tumori misti
  • Non classificabili

3. Tumori Misti a Cellule Germinali e dei Cordoni Sessuali (Gonadoblastoma)

Come viene fatta la diagnosi di cancro al testicolo?

Solitamente, un tumore testicolare si manifesta come un nodulo o una tumefazione senza dolore nella gonade. A volte, il paziente può notare casualmente un aumento di consistenza del testicolo. Solo nel 20% dei casi, il primo sintomo è caratterizzato da dolore scrotale. In alcuni casi, una neoplasia testicolare può essere rilevata incidentalmente a seguito di un trauma scrotale.

La valutazione clinica del testicolo viene effettuata attraverso l’esame obiettivo, che consiste nella palpazione attenta del testicolo tra il pollice e le prime due dita della mano. Qualsiasi area solida e di consistenza dura all’interno della tunica albuginea dovrebbe essere considerata sospetta fino a prova contraria. La presenza di idrocele può ostacolare una palpazione adeguata del testicolo. In questo caso, diventa indispensabile ed affidabile eseguire un’ecografia scrotale per escludere l’orchiepididimite, l’idrocele o la presenza di un tumore. L’esame obiettivo del testicolo, che può rivelare la presenza di una massa all’interno del testicolo, non deve mai essere separato da un esame fisico generale per escludere metastasi a distanza (come linfonodi inguinali ingrossati), masse addominali palpabili o ginecomastia.

Lo studio dei markers tumorali, in particolare dell’alfa-fetoproteina (AFP) e del beta-HCG e il meno specifico LDH(lattato deidrogenasi) non solo è utile ai fini diagnostici e come fattori prognostici, ma contribuisce anche alla stadiazione e al monitoraggio della risposta al trattamento adottato. Il fatto che i tumori a cellule germinali producano sostanze oncofetali come l’AFP e il beta-HCG mostra una stretta correlazione tra oncogenesi e ontogenesi. L’AFP e il beta-HCG sono prodotti rispettivamente dall’embrione e dalla placenta, e i loro livelli diminuiscono quasi del tutto poco dopo la nascita.

Trattamento dei tumori al testicolo

L’approccio chirurgico al tumore del testicolo comprende due diverse procedure, destinate a fasi diverse della malattia: l’orchiectomia quasi sempre necessaria  e la dissezione linfonodale retroperitoneale, quest’ultima riservata a rari casi resistenti alla terapia chemioterapica o a chi rifiuta questa opzione. 

La terapia antitumorale conosciuta come chemioterapia rappresenta da numerosi anni un’importante e altamente efficace opzione di cura a disposizione dei pazienti affetti da tumori specifici. Essa può essere impiegata da sola o in combinazione con altre forme di trattamento.

Pertanto, la decisione riguardante il tipo di trattamento da adottare deve essere sempre condivisa con il paziente e gli altri professionisti specializzati, attraverso una visita multidisciplinare.

L’orchiectomia

La rimozione del testicolo è un intervento chirurgico che prevede l’asportazione del testicolo affetto da tumore, del funicolo spermatico e dei suoi annessi, tramite un’incisione inguinale di dimensioni ridotte.

In casi selezionati (pazienti monorchidi o con tumori sincroni bilaterali) si può decidere di eseguire un’orchiectomia parziale ovvero rimuovere solo il tessuto malato risparmiando parte del testicolo sano. 

È possibile posizionare una protesi in silicone al termine dell’intervento.

Le complicanze sono rare ma possono includere: ematoma, dolore, rottura della protesi. 

Le comorbilità potenziali e significative legate alla presenza del tumore e alle conseguenze dell’asportazione del testicolo includono infertilità e riduzione dei livelli di testosterone.

La dissezione linfonodale retroperitoneale “nerve sparing”

La dissezione linfonodale retroperitoneale è un intervento chirurgico di maggiore entità che può essere eseguito attraverso un’apertura a cielo aperto, laparoscopica o chirurgia robotica mini invasiva

La dissezione linfonodale retroperitoneale prevede la rimozione dei gruppi linfonodali situati nel retroperitoneo, vicino all’aorta e alla vena cava, ai reni, agli ureteri e posteriormente all’intestino. Questa procedura ha sia finalità terapeutiche (rimozione di masse linfonodali residue dopo chemioterapia o in caso di controindicazioni alla radioterapia o alla chemioterapia) che diagnostiche (mancata risposta al trattamento chemioterapico o radioterapico) per qualsiasi tipo di tumore testicolare. Il campo chirurgico e quindi le stazioni linfonodali da rimuovere dipendono dal lato di origine del tumore testicolare (destro/sinistro) e dai risultati radiologici pre-operatori.

La principale potenziale complicanza a lungo termine legata alla dissezione linfonodale retroperitoneale è la perdita dell’eiaculazione (emissione del liquido seminale dall’uretra durante l’orgasmo). Questa condizione può verificarsi in caso di danni alle fibre nervose simpatiche che si trovano intorno ai linfonodi retroperitoneali stessi. L’incidenza di questa complicanza dipende dall’estensione necessaria della dissezione linfonodale, che è determinata dallo stadio della malattia.

La dissezione linfonodale può essere “modificata”, ossia limitata in base alla lateralità del tumore, e “nerve-sparing”, ovvero può prevedere il risparmio delle fibre nervose (con tassi di preservazione dell’eiaculazione anterograda riportati fino al 90-100%). La tecnica “nerve-sparing” viene applicata ai pazienti affetti da tumore non seminomatoso allo stadio I o II (con coinvolgimento linfonodale limitato) e in casi selezionati dopo chemioterapia. La dissezione linfonodale retroperitoneale è un intervento chirurgico di maggiore entità che deve essere eseguito in centri specializzati e altamente qualificati.

Carcinoma al testicolo e infertilità

Nei pazienti affetti da tumore ai testicoli, è stato dimostrato che la produzione di spermatozoi è spesso ridotta o completamente assente al momento della diagnosi, soprattutto in coloro che presentano fattori di rischio noti per l’infertilità, come ad esempio persone che hanno subito interventi ai testicoli o che hanno avuto traumi, varicocele o infezioni testicolari. Pertanto, quando si riscontra un’alterata funzione testicolare in un paziente con problemi di fertilità, è fondamentale eseguire sempre un’ecografia per escludere la presenza di un tumore. 

Dato il buon esito prognostico nei soggetti affetti da tumore testicolare e la giovane età alla diagnosi, è importante preservare la fertilità di coloro che dovranno sottoporsi a trattamenti antitumorali. Infatti, sia la radioterapia che la chemioterapia possono determinare alterazioni nella qualità e nella quantità degli spermatozoi, fino alla loro completa assenza, in circa il 30% dei casi. In particolare, sembra che il recupero della spermatogenesi sia più lento (fino a 24 mesi dopo la fine dei trattamenti) nei casi in cui vengano effettuati più di 3 cicli di chemioterapia o dopo la radioterapia. 

Prima di intraprendere il percorso terapeutico tutti i pazienti interessati vengono sottoposti a spermiogramma e crionconservaizone degli spermatozoi.

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